In questo secolo si era già cercato, in Germania e in Cecoslovacchia, di creare una razza che avesse una parte sostanziale delle caratteristiche genetiche del lupo, ma tutti gli esperimenti erano falliti perché ne erano usciti animali non perfettamente equilibrati e perciò inidonei
all'addestramento. «A noi è andata diversamente -spiega Mario Messi - perché nel volgere delle generazioni abbiamo sempre proceduto ad accoppiamenti per linee di sangue diverse e lontane così oggi tutte le caratteristiche principali del lupo selvaggio sono presenti al 50%. Questa è quella che noi chiamiamo la
complessità
genetica".
Oggi in Italia vivono e lavorano 650 lupi italiani che, quando possono, stabiliscono tra di loro quei forti legami di coppia tipici del lupo. Sono animali che si attaccano molto al padrone e che sviluppano uno spiccato senso della proprietà e della difesa delle persone che sono loro
affidate. «La sua forza e la potenza della presa sono straordinari - spiega
Isidoro Furlan, ufficiale della Forestale - e le sue caratteristiche di originalità, omogeneità, costanza ed equilibrio anche sul piano genetico, morfologico e psichico, ne fanno un caso esemplare nella storia delle razze e nel rapporto uomo-ambiente.
Sulle montagne è facile imbattersi nel forestale accompagnato dal suo cane. Negli occhi attenti e luminosi si può leggere un messaggio: non avere paura, ti sono amico. La scienza è riuscita in un'impresa sensazionale: ha trasformato, con passione e pazienza, il nemico dell'uomo per antonomasia, il lupo, in un perfetto compagno di vita e in un insostituibile strumento di lavoro».Un gran lavoratore: gli esperti spiegano che, a parità di tempo, il lupo italiano è in grado di controllare e bonificare una zona otto volte più estesa di quella controllabile da venti uomini allineati e muniti di sonde da valanga. L'animale può fiutare la presenza di un uomo fino ad otto metri di profondità sotto la neve e tra le macerie di una casa crollata.Per salvare il lupo italiano è stato recentemente lanciato anche un appello via Internet. «Vi sono cose che, in un paese civile, devono essere salvate - vi si legge - e il lupo italiano è una di queste perché è un fatto unico e irripetibile». Un appello sottoscritto anche dalla madrina dell'Ente,
Stefania Belmondo, campionessa mondiale dello sci di fondo. «Sono convinto che sino ad ora siamo riusciti a tirar fuori non più del 25 per cento di quello che sa fare il lupo italiano - ha dichiarato un ex carabiniere istruttore del corpo cinofilo,
Aldo Taglietti - nonostante ciò lo ritengo infinitamente superiore al pastore tedesco. E’ insuperabile nella ricerca di droga ed esplosivi e la sua resistenza e agilità vincono il confronto con gli altri cani».
Bisogna dunque che la Commissione Agricoltura della Camera si dia una mossa per varare la legge di finanziamento dell'Ente di salvaguardia del lupo italiano. Bisogna che si crei una rete di interventi per sanare la situazione debitoria. Bisogna che il Corpo forestale e, perché no, anche l'Arma dei carabinieri si diano da fare per impedire l'estinzione di questa incredibile razza «made in Italy».
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La campionessa di sci da fondo Stefania Belmondo (foto grande), madrina dell'Ente per la tutela del lupo italiano
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cane durante un'esercitazione, esemplare che appartiene all'Ente di tutela di questa preziosa razza |
L'Ente di tutela non abbandona la sua battaglia «Questo animale è un fatto unico e irripetibile»
(Fonte: Il Giorno 17/11/'99)
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