Una che si vorrebbe eliminare e un'altra che si cerca in tutti i modi di salvare.
Stiamo parlando dei pit bull e dei
lupi Italiani.
Iniziamo dai primi, spesso utilizzati dalla malavita per combattimenti clandestini intorno ai quali, si sa, girano miliardi (solo in Italia, pare siano mille all’anno).
Contro questi molossoidi si sta scatenando da più parti una vera e propria offensiva: la polizia di Washington ha addirittura istituito l’operazione “Bark and Bite” (abbaia e mordi), volta alla loro progressiva soppressione.
Qui da noi, senza arrivare a tanto, è stata formulata di recente, a livello sia regionale che nazionale, da parte di Pds e Verdi, la proposta di sterilizzare le femmine in circolazione. Più pacata è la risoluzione che è stata enunciata ieri sera dal Coordinamento delle associazioni animaliste torinesi: istituire un numero per segnalazioni anonime sui combattimenti tra cani e creare una normativa che da una parte tuteli la razza (che non è di per sé da criminalizzare), dall’altra fornisca maggiori possibilità di intervento alle forze dell’ordine.
Veniamo ora al lupo italiano, incrocio tra cane domestico e lupo selvatico che rischia l'estinzione.
L'Etli, l'ente che lo tutela (la sede è a Torino, mentre il centro di selezione della razza si trova a
Cumiana), ha lanciato in questi giorni urgenti messaggi alla
Commissione Agricoltura del Senato per accelerare l'approvazione del disegno di legge che prevede finanziamenti a suo favore: pare che i fondi siano già stati stanziati, ma non si possano sbloccare per motivi burocratici.
Intanto l'ente, che si è retto finora solo con contributi privati, è vicino al collasso: se non si interverrà in fretta, si perderanno questi esemplari definiti «di interesse pubblico», in quanto utilizzati con ottimi risultati per il soccorso dalla
Protezione Civile.
MARINA PAGLIERI
(Fonte: Il
Tempo)
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