LA STORIA
Vietato commercializzarlo. E’ dato solo in affidamento
LA STORIA del Lupo Italiano inizia nel 1966 quando il professor Messi incrociò una femmina di Lupo dell'Appennino dell'Alto Lazio con un maschio di Pastore Tedesco. Un incrocio che aveva già tentato Konrad Lorenz, padre della moderna etologia, senza riuscirci.
Da quella cucciolata Messi scelse il maschio più caratteristico (Zorro, considerato il capostipite della razza Canis lupus italicus familiaris) e proseguendo con gli incroci, secondo una severa programmazione genetica, riuscì a creare quello che è oggi il
Lupo Italiano.
Questa razza canina e unica perché unisce armonicamente le qualità del lupo (resistenza, istinto e intelligenza analitica), a quelle del cane.
Il fondersi di queste caratteristiche dà un animale equilibrato, di buon comando e facilmente addestrabile, quindi adatto al lavoro. Da anni, infatti, è usato dalla Protezione Civile, dalla Guardia Forestale oltre che dai Carabinieri per la ricerca di persone disperse e per l'individuazione di droga ed esplosivi.
Il Lupo Italiano è protetto da una normativa dello Stato Italiano per motivi di conservazione genetica che ne vieta la commercializzazione e la riproduzione al di fuori dell'ente per la sua tutela.
Ne esistono 650 esemplari ed è possibile averlo solo in affidamento gratuito e regolamentato. Per chi volesse avere altre notizie su questo magnifico animale è possibile rivolgersi all'Etli,
via Donizetti 16 bis - 10126 Torino
tel. 01166980877 - 0337211252
fax 0116691084.
Esiste anche un sito Internet: www.lupoitaliano.org
(Fonte:Tuttosport 19/11/'99)
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