Gli impieghi prevalenti del Lupo Italiano sono il soccorso, ricerca di persone disperse in superficie, sotto macerie e valanghe, ricerca di animali feriti o dispersi, antibracconaggio, quindi protezione civile e ambientale, ausiliare delle Forze dell’Ordine e, naturalmente, ogni altro compito di interesse pubblico e sociale, dalla pet therapy allo sport.
Un rapporto speciale è quello con il Corpo Forestale dello Stato che partecipa in misura paritetica alla Commissione Esami e Brevetti dell’ E.T.L.I. ed ha costituito di fatto con un elevato numero di Lupi Italiani il proprio Nucleo cinofilo.
Dal terremoto del Cairo del 1992 in cui un’affidataria francese appartenente alla A.U.I. Action d’Urgence Internationale con il Lupo Italiano “Lougy” salvò una persona sepolta da oltre tre giorni e mezzo, a Sarno, alla Turchia e in ogni altra occasione il Lupo Italiano è stato ed è presente con grande onore.
Il Comandante Ultimo, che arrestò Totò Riina, ha scritto: “Io amo il Lupo Italiano che ha disegnato sogni stupendi nel nostro cuore” e Stefania Belmondo, campionessa mondiale di sci di fondo, ha scelto di essere la nostra madrina.
Attualmente sono affidati in Italia e in parte all’estero oltre seicento soggetti, utilizzati secondo gli scopi di ogni Ente e affidatario.
Attenzione:
il riconoscimento delle razze spetta allo Stato: art. 71, lettera d) del D.P.R. 26/7/1977 n°616 che “demanda alla competenza statale la tenuta dei libri genealogici e dei relativi controlli funzionali”.
Consiglio di Stato,
Consiglio Superiore dell’Agricoltura.
Due decreti del Presidente della Repubblica: 25/6/1987 – 21/12/1988,
D.M M.A.F. 30/3/1988 che istituisce il Registro Anagrafico Ufficiale del Lupo Italiano e la
Commissione Scientifico Tecnica,
M.A.F. Nota n° 22705, 20/7/1989, che definisce l’opera dell’ E.T.L.I. “di particolare interesse di natura pubblica”.
D.M. M.A.F. 31/3/1990 nell’ambito della Legge 8/11/1986 e della delibera del C.I.P.E. 2/5/1989 sulla salvaguardia economica e biogenetica delle razze/popolazioni a limitata diffusione, ammette l’ E.T.L.I. alla salvaguardia dell’integrità genetica del Lupo Italiano.
D.M. M. I. R.A.A.F. 20/4/1994, che emana il Disciplinare dell’E.T.L.I. il quale:
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stabilisce definitivamente compiti e competenze dell’Ente e
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sancisce il valore ufficiale dei suoi atti,
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precisa la struttura e i compiti della Commissione Scientifico-Tecnica, con funzioni di indirizzo e di controllo, della quale oltre a Scienziati, Cattedratici ed Esperti, fanno parte due Rappresentanti Ministeriali e uno della Regione Piemonte,
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consacra il Protocollo di affidamento, quindi la non commercializzazione, con divieto di riproduzione al di fuori dell'Ente,
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inserisce, come parte integrante, lo “standard” della razza, in essere fin dal 1973 nel testo redatto con la collaborazione di cinotecnici italiani e stranieri (specialmente francesi) e di Enrico Adinolfi, uno dei migliori Giudici Internazionali dell’E.N.C.I.;
un particolare, dalla Scheda del Lupo Italiano redatta dal Prof. Attilio Bosticco, Presidente della Commissione Scientifico-Tecnica:
…a Roma 23/4/1986, incontro su convocazione del Ministro dell’Agricoltura e Foreste, Direzione Generale della Produzione Agricola (D.G. Dott. de Fabritiis) tra il Dott. Messi e il Dott. Monaco, Vice Presidente esecutivo dell’E.N.C.I. in cui si prese atto dell’indisponibilità dell’E.N.C.I. ad accettare la non commerciabilità: il Ministero si orientò su soluzione autonoma (art.71 –d- D.P.R. 26/7/1977) e, dopo poco più di un anno, il Lupo Italiano ottenne il primo D.P.R.
25/6/1987...
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assegna all’ E.T.L.I. l’addestramento alle varie specialità operative, il rilascio dei Brevetti e la convalida di quelli rilasciati da altre scuole da esso riconosciute (articolo 5, punto c, articolo 8)
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Commissione Brevetti, in base a quanto sopra, completata con provvedimento applicativo della Commissione Scientifico-Tecnica, verbale 16/4/1996, - composta pariteticamente con il Corpo Forestale dello Stato,
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Prevede (art. 14) il finanziamento a mezzo di Leggi zootecniche.
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