Domenica
18 agosto 2002
Alto Lazio è un po’ vago.
“Provincia di Rieti”.
Anche cacciatore è un po’ vago
“Lavorava negli alberghi”.
Direttore? Concierge? Cameriere? Cuoco?
“Diciamo che si occupava di gestire alcune mie proprietà”.
E dove trovò la cucciola di lupa? Per strada? Nel bosco?
“In una tana, insieme con altri cuccioli e la loro mamma, tutti morti.
Era l’unica sopravvissuta. Se la portò a casa e la allattò con il
biberon. Un amore! Intorno ai due anni e mezzo la feci accoppiare con un
pastore tedesco. Nacque Zorro, un esemplare perfetto. Questione di
fortuna, lo ammetto. Il nome lo scelsero le mie figlie, in spagnolo
vorrebbe dire volpe, ma fa lo stesso. Zorro coprì due o tre femmine di
pastore tedesco, selezionate accuratamente. Poi, scartati i maschi,
sposai le femmine figlie di Zorro col loro papà.
Un incesto.
“In natura si fa. Sto parlando di animali”.
Come le venne in mente una cosa simile?
“Sono l’uomo che ha studiato di più i lupi nel mondo intero. Sono andato
ad osservarli nel loro habitat naturale, sulle Montagne Rocciose in
America, in Cecoslovacchia, in Russia. Molti hanno tentato di
incrociarecani con lupi. Il siberian husky, tanto per dire, ha sangue di
lupo nelle vene. Lorenz, l’etologo, provò ad accoppiare la lupa
siberiana con il chow chow di origine cinese. Gli andò male. Fu una
grande scemenza. Come si fa ad incrociare un luppoide con un volpinoide?
Ma, si sa, Lorenz badava solo al denaro”.
Sta parlando di un premio Nobel.
“E’ colpa mia se per farsi fotografare nello stagno con l’oca Martina e
le altre ochette voleva essere pagato?”
Andiamo avanti.
“Ci provò anche Leendert Saarloos, un cinofilo olandese morto nel ?69.
Togliendo sangue di lupo e mettendo sangue di cane, venne fuori il cane
lupo di Saarloos. Bell’animale, ma non funziona”.
Che cos’ha che non va?
“Non lavora. Gli eredi di Saarloos si sono rivolti a me per farlo
accoppiare con il lupo italiano”.
E lei?
“Fossi matto. Non se ne parla”.
Ma che può saperne cosa fanno i suoi lupi sparsi in giro per l’Italia?
“Il disciplinare del registro anagrafico ufficiale del lupo italiano,
approvato dal ministro dell’Agricoltura nel ?94, prevede espressamente
che solo l?Etli autorizzi gli accoppiamenti. Chi ha in affido un lupo
italianoè tenuto ad impedire gli amplessi involontari, anche se si
tratta di un esemplare maschio”.
Ritiro l’obiezione.
“Il lupo Italiano ha raggiunto un livello di perfezione che va
preservato a tutti i costi. Guai se venisse allevato e incrociato come
si fa con i cani. Non a caso un decreto del presidente della Repubblica
ha sancito fin dall’87 la non commerciabilità del lupo italiano”
Cioè non si può comprare.
“E soprattutto non si può vendere. E’ il solo animale al mondo allevato
senza scopo di lucro. L’articolo 17 del disciplinare è chiarissimo in
proposito: “Chiunque venda o ceda comechessia soggetti di lupo italiano
è perseguito a norma di legge e così chi detenga abusivamente un
soggetto””.
Esisterà un mercato nero.
“Lo escludo”
Il lupo italiano lo alleva solo lei.
“L’Etli, qui a Cumiana. Ma per forza: se entrano gli allevatori, è
finita. In Italia i professionisti del settore saranno un migliaio.
Metta che facessero 100 cuccioli a testa, una bazzacola stando ai loro
standard. Sarebbe un affare da 300 miliardi di lire l’anno”.
Un cucciolo di lupo italiano vale tre milioni?
“E’ una cifra ipotetica, ma per difetto, di gran lunga per difetto. Lei
consideri che i primi husky venivano venduti a prezzo doppio, 6 milioni,
una quindicina d’anni fa, C’è sotto una spinta speculativa pazzesca. Gli
allevatori mi odiano, pregano che Messi tiri le cuoia, perché così
sperano di commercializzare il lupo italiano. Ma a quel punto non si
avrebbe più alcuna garanzia negli accoppiamenti. Sarebbe la fine del
lupo italiano.
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