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Domenica 18 agosto 2002

Mi sono mangiato persino la cascina che tenevo per me nel Moferrato. Ho fatto montagne di debiti.
Quanto ha speso in tutto? Dieci, venti, cento miliardi?
“E che ne so? Dieci di sicuro”
Dallo Stato non ha mai avuto aiuti?
“Qualche centinaio di milioni. Bazzeccole. Nel centro di selezione ci vorrebbero dieci istruttori fissi, stipendiati. Invece tiro avanti con qualche volontario.”
Però mi risulta che i consiglieri regionali Moriconi (Verdi), Caracciolo (Sdi), Di Benetto (Lista Di Pietro) e Suino (Ds) abbiano presentato un esposto alla Procura di Torino per chiedere di indagare su come l’Etli spende i fondi erogati dalla Regione Piemonte.
“Il contributo regionale è di 50 milioni annui, sempre regolarmente messi a bilancio, quando solo per il personale avrei bisogno di almeno mezzo miliardo. Per questo attacco diffamatorio ho querelato il consigliere verde Enrico Moriconi, chiedendo un risarcimento di 30 miliardi.”
Quanto dovrebbe versare lo Stato per la sopravvivenza del lupo italiano?
“Ormai siamo all’emergenza più nera. A fine luglio il capo di gabinetto del ministro dell’Agricoltura ci aveva dato per sicura la firma di un finanziamento di circa 110mila euro per coprire le spese pèiù urgenti: mai visti. Bisognerebbe utilizzare subito il mezzo milione di euro già assegnati dalla legge finanziaria 2002 a favore del lupo italiano. E accelerare al massimo l’approvazione del disegno di legge che prevede ogni anno lo stesso stanziamento.”
Ci sarà stata una molla che è scattata, che l’ha spinta a consacrarsi a questo incrocio fra lupo selvatico e pastore tedesco.
“A 33 anni lavoravo alla Banca commerciale, ero primo condirettore, avevo centinaia di impiegati alle mie dipendenze. Ho avuto una grossa delusione.”
Amorosa?
“Finanziaria. Dopo una quindicina d’anni ho lasciato la banca. Certe persone mi hanno prospettato un determinato investimento. Sono stato imbrogliato, ci ho rimesso un sacco di soldi. Insomma, diciamo che gli uomini mi hanno tradito. Da allora preferisco occuparmi degli animali.”
E come campa?
“Sono, anzi ero, molto ricco di famiglia”.
Se io volessi tenere un lupo italiano, che cosa dovrei fare?
“Presentare domanda all’Etli e sottostare agli obblighi di legge previsti nel protocollo di affidamento”.
Quali obblighi?
“Dovrebbe addestrarlo, non cambiargli domicilio, inviare peridiche relazioni sul suo sviluppo fisico e psichico, astenerlo dall’esibirlo in pubbliche manifestazioni, tenerlo pronto per le missioni”.
Che genere di missioni?
“Di utilità sociale. Cosa crede, che il lupo italiano sia un bamboccio? Si alleva esclusivamente per questo scopo. Quasi tutti gli esemplari sono affidati alle unità cinofile di carabinieri, polizia, Corpo forestale e Protezione civile. I sepolti vivi dell’alluvione di Sarno nel ’98 sono stati tirati fuori dai lupi italiani Ari e Clea, un maschio di 7 anni e una femmina di 6. Lougy, affidato a Joceline Pointeau, volontaria francese dell’Aui, Action d’urgence internationale, dopo il terremoto del Cairo nel ’92 individuò e salvò una persona che era sotto le macerie da tre giorni e mezzo. Vinco, un maschio di tre anni, fu tra i primi ad arrivare nella capitale turca devastata da un sisma nel ’99 e lavorò con la stessa pointeau per quattro giorni senza mai fermarsi. A parità di tempo, il lupo italiano è in grado di esplorare una zona otto volte più estesa di quella controllabile da venti uomini muniti di sonde da valanga.”
Altro che commissario Rex.
“Aldo Taglietti, un ex carabiniere istruttore del corpo cinofilo, sostiene che fin’ora siamo riusciti a tirar fuori dal lupo italiano non più del 25 per cento di quello che sa fare. Il maresciallo Simeoni, addestratore della Scuola militare alpina di Aosta, ha sottoposto un nostro cucciolo di 50 giorni a un esperimento di sopravivenza in natura. Una situazione in cui qualsiasi cane sarebbe morto. Invece il cucciolo di lupo italiano s’è salvato, sfruttando attitudini e applicando comportamenti propri dell’animale selvatico.”

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