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L’IDEA 

Una razza unica, di cui esistono 650 esemplari, che rischia l’estinzione se il Governo non approverà presto una Legge di finanziamento

DEBORA VAGLIO.
Torino. Una proposta e un disperato grido d'aiuto. E' quanto ci arriva dal Lupo Italiano per bocca di Mario Messi, creatore della razza e presidente dell'Etli, Ente per la tutela del Lupo Italiano. Iniziamo con la proposta, che in realtà è una candidatura, per poi passare al problema più spinoso cioè il rischio di estinzione di questa razza canina riconosciuta come razza protetta e di pubblica utilità da un Decreto del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel 1988. 

Il Lupo Italiano si propone come mascotte delle prossime Olimpiadi Invernali di Torino 2006. E, a ben guardare, ne ha ben donde per aspirare a tale ruolo: oltre ad essere un patrimonio italiano, questa razza è più precisamente un patrimonio piemontese visto che l'unico allevamento al mondo è a Cumiana, in provincia di Torino; campione di dog trekking e di ski-joring, che ne fanno un atleta a sua volta, il Lupo Italiano è impiegato in operazioni di soccorso con la Protezione Civile (nell'ultimo terremoto in Turchia e nel disastro di Sarno) e di soccorso montano con il Corpo Forestale. 
Proprio a questo proposito spiega il professor Messi «l'Etli ha già dato la propria disponibilità al Presidente Luciano Violante per fornire i propri cani al fine di collaborare al servizio d'ordine e di prevenzione sui campi da sci».C'è da sperare che il Comitato Organizzatore - per rappresentare Torino 2006 nel mondo - non scelga uno dei soliti e stupidi pupazzi creati da qualche mente priva di idee, che hanno caratterizzato le ultime grandi manifestazioni sportive internazionali, ma gli preferisca una figura, quella del Lupo Italiano, appunto, che merita attenzione per la sua utilità pubblica e, per la drammatica situazione in cui versa questa razza che, come detto, rischia l' estinzione. 

E qui arriviamo al vero problema: essendo protetto, il Lupo Italiano non può essere comprato o venduto ma solo dato in affidamento a persone che si impegnino a fargli prendere tutti i brevetti utili per svolgere le sue mansioni di pubblica utilità. Non essendo commercializzabile, allevare questo animale non è un affare (come avviene per altre razze canine), ma un costo puro che ricade interamente sull'Etli che vive grazie al volontariato, all'inossidabile forza di volontà del suo presidente, ma che - ormai - è oberato dai debiti. «Da anni – spiega Messi - stiamo aspettando che il Disegno di Legge di finanziamento dell'ente, già approvato all'unanimità al Senato, passi in tempi brevi alla Camera. Per tre volte lo scioglimento anticipato del Governo (nel '91, '92 e '94), ha fatto decadere tutto. Ora, però, siamo veramente sull'orlo di un precipizio». 

Quella del Lupo Italiano è l'ennesima storia di rinvii, promesse non mantenute, intenti mai realizzati. Il nostro Governo è capace a stanziare parecchi miliardi per film che non sono mai stati proiettati in una sala cinematografica e poi fa spallucce davanti ad un animale assolutamente unico.Come avrete capito, il nostro giornale ha sposato con grande entusiasmo la candidatura del Lupo Italiano per Torino 2006 e con altrettanta passione si augura che la Camera approvi al più presto il Disegno di Legge per il finanziamento dell' Etli. A questo punto tocca a voi dare una mano al Lupo Italiano facendo sentire la vostra voce.

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